10 Ott COSA si INTENDE per SANO STILE di VITA
È ormai noto che per fare un buon viaggio di vita, abbiamo bisogno di partire con tre grandi sostegni, che sono:
- UN BUON EQUILIBRIO EMOTIVO.
- UNA CORRETTA ATTIVITà FISICA.
- UN’ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA.
…ma da dove e come incominciare?……
Se partiamo dal presupposto che per tutto ciò che riguarda la Vita, compreso il benessere psico-fisico, è importante prendere e tenere in considerazione la complessità umana, credo che si possa tranquillamente affermare che le bacchette magiche del metodo infallibile o delle pozioni miracolose, siano solo un’illusione.
È senz’altro più proficuo trovare i metodi più indicati per affrontare tale complessità, senza mai dimenticarsi dell’unicità di ognuno.
Fortunatamente esistono molti metodi volti al benessere che usano strategie efficaci e di reale aiuto alla persona, ma nessuno di questi le spaccia per la pozione magica.
Non a caso si parla proprio di AIUTO al benessere della persona! E aiuto non può significare che qualcuno o qualcosa agisca al posto nostro.
Si tratta, invece, proprio di ricevere un aiuto competente che ci permetta di agire nel modo migliore verso noi stessi e conseguentemente anche verso gli altri.
Purtroppo nel nostro contesto socio-culturale l’idea che siamo responsabili della nostra vita è quantomeno fumosa.
È vero che nel nostro mondo la libertà è compromessa sotto vari aspetti (e questo anche prima della pandemia), ma se rinunciamo anche agli spazi in cui possiamo rivendicare questa libertà, probabilmente stiamo rinunciando a molto di più di quello che ci può sembrare. Una domanda da porsi potrebbe essere: la voglio vivere io questa vita o voglio farmi vivere da altro?
Bisogna considerare che, come non c’è mai una sola causa che ci fa ammalare, non c’è mai una sola cosa che ci fa guarire.
Trovandoci nell’epoca degli slogan sorprendenti, in ogni mezzo di comunicazione di massa, Internet compreso, si sprecano nello sbraitare miracoli e in tempi record. Su quest’onda, non di rado, si proclama anche l’alimento del momento, additandolo ora come killer, ora come panacea di tutti i mali.
Dovrebbe invece essere chiaro che “una mela” non può né rovinarmi, né tantomeno salvarmi.
Quindi arriviamo allo STILE di VITA, che corrisponde all’insieme delle abitudini quotidiane che giorno dopo giorno vanno a comporre la vita di ognuno di noi.
A seconda del tipo di abitudini che decidiamo di tenere o di lasciar andare, ci diamo la possibilità di mantenere o ritrovare uno stato di equilibrio o di squilibrio. E quindi di mantenere o preparare uno stato di benessere o malessere somatico-emozionale.
A questo punto può risultare banale sottolineare che un sano stile di vita, ci aiuta a vivere bene, mentre uno stile di vita sregolato e basato su eccessi, aumenta esponenzialmente la possibilità di vivere male.
Nella pratica se le abitudini quotidiane sono caratterizzate da vita sedentaria, stress elevato e costante e da un’alimentazione scorretta, prima o poi il mio corpo mi lancerà una qualche richiesta di aiuto. Se si presentano disturbi del sonno (es.: fatica ad addormentarsi o risvegli notturni), stati di ansia o di irritabilità, emicrania, disturbi gastrointestinali (es.: gonfiore addominale, digestione difficile, dolori alla pancia o allo stomaco, ecc…), tensioni muscolari, sonnolenza postprandiale, apatia, sovrappeso, ecc… sono segnali che sto sbagliando qualcosa.
Solitamente tendiamo a non tenere in conto, che quel sonno è il mio sonno, o quella pancia è la mia pancia, o ancora quell’apatia o sonnolenza sono io che la sento e sono sempre io che vivo la fatica nell’affrontare la giornata in tali condizioni di disagio.
Il problema è che siamo animali abitudinari e facciamo fatica a decidere di fare qualche cambiamento.
Qui le frasi che vanno per la maggiore (e che trovo siano le più “simpatiche”) sono: “intanto di qualcosa bisogna pur morire” oppure “non voglio fare una vita da ammalato per morire sano”.
Bene, intanto premetto che il giudizio di quel che è giusto o sbagliato lo lascio fuori da queste pagine. Il mio intento è sempre quello di porre una riflessione su possibilità altre. Detto questo proseguo col discorso……..intanto è vero…di qualcosa si muore, ma non è detto che si debba necessariamente passare per la via della sofferenza. Per quanto riguarda la seconda affermazione, se ho anche solo uno dei disturbi sopraelencati sono proprio sicuro che non sto vivendo da ammalato? E morire sano, sarebbe auspicabile per il semplice motivo che significherebbe aver vissuto bene fino all’ultimo giorno.
Accompagnarci con un sano stile di vita NON significa diventare degli asceti o immolarci al sacrificio e tantomeno di aspirare ad una presunta perfezione (del faccio solo cose giuste, sane e buone) che mal si addice alle cose della Natura e quindi anche di noi esseri umani, ma piuttosto si tratta di scegliere cosa tenere e cosa lasciar andare delle nostre abitudini. Ancora una volta si tratta di cercare e di trovare un equilibrio che è senz’altro messo a dura prova dal contesto in cui viviamo che pretende l’eccesso come modus vivendi.
Trovandoci, probabilmente nostro malgrado, nell’epoca del consumismo e del “godimento”, il mercato servendosi dei mezzi di comunicazione, ci sollecita costantemente al consumo, fornendoci tutta una serie di desideri fittizi, artificiali a cui aspirare. Questo stato di cose trova terreno fertile nella frustrazione che inevitabilmente chi più chi meno, ci troviamo a subire trovandoci a vivere in un sistema sociale anti-umano che ci vuole super-performanti, per rispondere alle richieste socio-economiche.
Questi desideri essendo fittizi, si traducono in un desiderare tutto….e desiderare tutto equivale a non desiderare niente.
Mentre il desiderio, come ci spiega ampiamente, tra gli altri Massimo Recalcati, è IL DESIDERIO, che è il talento innato, il talento primo che ognuno di noi possiede.
Tale desiderio si rivela come la spinta propulsiva alla vita degna di essere vissuta e pertanto ne converremo che non può certo corrispondere ai presunti desideri indotti dai mass-media.
In oltre ci troviamo quotidianamente a correre, inseguendo tutte le incombenze della giornata. In questo modo il tempo, per molti di noi, è ormai diventato una cronicizzazione della carenza.
E la frustrazione, come altri fattori che caratterizzano stati di stress, ci porta a meccanismi di compensazione, come la consolazione e la rassicurazione, che ricerchiamo nel cibo, sia eccedendo con le quantità e sia cercando cibi zuccherini (dolci, pasta), oppure con alcool, droghe o psicofarmaci, sigarette, ecc…
O ancora ci buttiamo alla ricerca della distrazione ad ogni costo, che a ben vedere concede pochi risultati…è un po’ come accade, quando ci sentiamo saturi dai problemi della vita e l’unica cosa che ci viene in mente è quella di fare un viaggio.
Ovviamente non ho nulla contro i viaggi che possono essere delle gran belle esperienze, ma il punto casomai riguarda il discorso della fuga. In tal senso, qualunque vacanza o viaggio, risultano ampiamente insufficienti a colmare il desiderio di fuga o di distrazione. E questo fondamentalmente perché non possiamo ne fuggire, ne distrarci da noi stessi….e quindi dalla nostra vita.
L’unico modo che abbiamo a disposizione per evitare tutto questo, è quello di decidere di accompagnarci prendendoci per mano, prendendo in mano la nostra vita.
Aggiungiamo l’inquinamento e lo sfruttamento dei terreni, dell’acqua, dell’aria e il mercato alimentare che trasforma in modo nocivo molti degli alimenti che troviamo nei supermercati o nei negozi, ecc…si può concludere che è ormai diventato necessario porre un po’ di attenzione alle nostre scelte.
Quindi vi ri-propongo ora la domanda che ognuno di noi può porsi…anche ogni mattina quando ci alziamo: la voglio vivere io questa vita o voglio farmi vivere da altro?
BUON VIAGGIO di VITA!!!
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